In trasferta
Sinceramente, non avrei mai creduto di essere trasferito per lavoro. Invece, fui trasferito. Solo per dieci giorni, il tempo di finire un lavoro, lasciato a metà da un mio collega. Nel piccolo paese dove soggiornai, abitava una mia vecchia conoscente, trasferitasi là, dal nostro comune paese d’origine, anni orsono. Mi era stato messo a disposizione un ampio bilocale. Ciò che mi colpì, fu il letto. Un grande letto matrimoniale, che riempiva quasi tutta la stanza. Nel pomeriggio del secondo giorno della mia permanenza, volli vedere se il numero che avevo in rubrica della mia paesana, fosse ancora valido. Lo composi. Il telefono squillò alcune volte, poi una dolce voce femminile rispose.
La salutai calorosamente. Parlammo delle cose più disparate. Tra le altre, mi disse, che era divorziata. La invitai a bere qualcosa da me. Accettò di buon grado, dicendo che sarebbe arrivata in venti minuti. Puntuale, suonò il campanello. Era bellissima! Aveva un abito leggero, corto a metà coscia. La feci sedere sul divano e lei mi chiese se potesse fumare. Le dissi che non c’era problema. Non m’importava del fumo. I miei occhi erano incollati alle sue cosce, levigate, piene, ma non grosse. Davvero favolose! Mentre parlavamo, le misi una mano sul ginocchio. La sua non reazione mi rese audace e la mano passò in mezzo alle cosce. Mi alzai e cominciai a baciarle il collo, mentre con una mano massaggiavo il suo sesso, ancora per poco racchiuso nelle mutandine. Con il viso arrossato dall’eccitazione, spense la sigaretta e cercò la mia bocca. Il bacio fu molto passionale, pieno di voglia.
La sollecitai più volte a tirar fuori la lingua, per succhiargliela. Adoro succhiare la lingua delle donne! Poi mi inginocchiai tra le sue cosce, poggiando la bocca sull’umido cotone delle mutandine. L’accompagnai sul letto. Avevo troppa voglia di lei. Le sollevai il vestito fin dove fu possibile, le sfilai le mutandine e mi gettai vorace sul suo sesso colmo di umori. La mia lingua si muoveva rapidissima, quando il suo sesso lo richiedeva e lenta, quando le sensazioni erano troppo forti, per darle un po’ di tregua. Ebbe tre orgasmi, uno dietro l’altro, intensi e profondi. Lei che non era mai venuta col sesso orale! Volli possederla. Subito! Senza aspettare che si calmasse. Le misi le caviglie sulle mie spalle e la penetrai profondamente. Stetti dentro di lei molto tempo. Poi, anch’io vinto dai suoi baci e dalla sua bellezza, venni. Godetti nella mia mano, in quanto il periodo era a rischio di gravidanza. Alcune gocce macchiarono il suo elegantissimo vestito. Questo mi fece sorridere, mentre lei ne era un po’ preoccupata. Dovette andar via, perché aveva impegni con i figli.
Mentre usciva, notai le macchioline sull’orlo del vestito. Ero contento! L’avevo marcata in modo bestiale. Adesso, era la mia femmina!