La donna di D'Annunzio
Certamente non ho costruito la Macchina del Tempo, ma la donna di cui scriverò in questo racconto, pur vivendo nel nostro tempo, è in tutto e per tutto dannunziana. E' una donna che, se fosse vissuta ai tempi del Vate, sarebbe stata di certo la sua amante.Le sue amanti,infatti,pur sottomesse alla sua carismatica personalità, avevano la sua perversione, il suo spiccato ardore per la sensualità, il suo insaziabile appetito sessuale.Si può dire che gli somigliavano molto, sotto questi aspetti, pur avendo bisogno della sua guida per esprimere al meglio il loro essere Femmina, per usare un eufemismo...
Bella, di una bellezza felina, con gli occhi chiari, come è proprio di queste fiere.I capelli color dell'oro e una pelle diafana, eburnea, proprio come le donne dei tempi di D'Annunzio.
Intelligente, sensibile, di quella sensibilità tipica dei poeti, ma anche sagace e divertente.
Per contrasto di come ha vissuto finora, mi ha chiesto di non riservarle attenzioni, ma di trattarla come una femmina da letto, come uno strumento di piacere dell'uomo... in una sola parola, me la si conceda, come una troia.
Troia non è sinonimo di prostituta, si badi. E infatti, secondo me,non è un'offesa, ma un complimento. Significa essere una donna capace di dare il massimo piacere a un uomo. Di esserne strumento, succube ma, allo stesso tempo, dominante. E' l'apoteosi della Sensualità, il massimo che si possa sperimentare in un incontro di letto.
Mi raggiunse nella camera, dove l'aspettavo, vestita di un abito molto corto. L'abbracciai e baciai con trasporto. Le misi una mano tra le cosce. Presi tutto il suo sesso, caldo e pulsante, nella mano, come se fosse stato un frutto da cogliere.Mescolavo cavalleria a modi rudi e selvaggi. Proprio come il Vate, raffinato poeta, ma perverso amante. La spogliai completamente, un ultimo bacio e le diedi il mio membro da baciare.Lo prese subito. In quel momento capii che aveva il mio stesso talento nel sesso orale. Mi fece morire di piacere!La fellatio, fatta devo dire, con grande maestria, aumentando la voglia e l'eccitazione, divenne un'irrumatio. In poche parole, la scopai in bocca, tenendole ferma la testa, affondando la mano in quel mare di capelli biondi.Godetti nella sua bocca e lei non sprecò nemmeno una goccia. Perfetto! Era così che la volevo! Purtroppo, a una donna così bella, così raffinata, così nobile, nel portamento e nei modi, mancava una cosa. Mancava la luce del Piacere. Non aveva mai goduto con un uomo... mai! E la cosa più brutta era che fosse convinta che questo piacere le sarebbe sempre stato negato.Ma io so bene, che se una donna gode da sola, non ha alcun problema. Il problema è solo nel non aver trovato un bravo amante. Mi tuffai tra le sue cosce e gustai il sapore e il profumo del suo bellissimo sesso.Era ricolmo di umori. Era eccitata al punto giusto. Adesso stava a me.Leccai la clitoride, inserii dentro la lingua, come in una penetrazione, poi ancora sulla clitoride, giocando magistralmente con le dita. E ... avvenne! Il suo primo orgasmo con un uomo! I suoi occhi, il suo viso, la sua pelle, il suo sesso, tutto s'illuminò di quella meravigliosa luce che si chiama Piacere. Nella mia testa pensai una sola parola: LUX! Luce! Perchè finalmente le ombre erano fugate.La presi, godendo il calore della sua vagina, avvolgente e ancora pulsante.Godetti anch'io, in un ultimo affondo.... dentro di lei. Poi la baciai, sulla bocca, in modo struggente, succhiando la sua lingua, condividendo i nostri sapori. Tornai tra le sue gambe, anche se lei voleva una piccola pausa. Non gliela concessi. Ancora una volta si ripetè il miracolo e ancora una volta la presi, eccitato dal suo godere.Vederla godere mi rese raggiante di gioia. Non perchè mi sentivo "bravo", so di esserlo (viva la modestia!), ma perchè lei meritava il dono del Piacere e non era giusto che la Vita glielo negasse. La presi ancora, mentre lei accennava a qualche fellatio con me.L'accarezzai dappertutto e per molto tempo, mentre la baciavo di continuo. Venne sopra di me e mi cavalcò, facendomi morire di piacere. Poi venne il tempo di andare via. Erano passate due ore, ma fui costretto a controllare l'orologio, perchè a me erano sembrate solo una manciata di secondi. Giurammo di non rivederci più, come era nei patti. Ma penso che nessuno dei due manterrà questo giuramento....