Solo per intenditrici.
L'annuncio era rivolto a una donna che amasse davvero il sesso orale. Che lo amasse in modo viscerale. Che ne andasse matta. Dopo qualche giorno, arrivò un email con un laconico "ciao". Risposi all'email, con una piccola presentazione, ricambiando il saluto. Da lì cominciò lo scambio serrato di email. Alla fine ci accordammo e decidemmo di incontrarci. Le proposi di prendere un caffè conoscitivo, prima di andare in camera oppure di provare l'eccitazione di un incontro fatto di solo tatto, gusto e olfatto. Lei propose la seconda opzione. Voleva incontrarmi nel modo più eccitante possibile. Voleva un incontro al buio. Io accettai. Continuando lo scambio fitto di email, mi portai nella zona dell'albergo, arrivando giusto quando una ragazza (era ben più giovane di trent'anni) passava davanti, sbirciando all'interno e proseguendo fingendo indifferenza. Intuii subito che fosse lei. Entrai nell'albergo e presi la stanza. Le scrissi il numero. Dopo pochi minuti entrò, spingendo la porta e chiudendola dietro di sè. Io ero nascosto dietro una tenda. Ormai riuscivo a vedere nella penombra e vidi che si trattava di una ragazza alta e molto ben fatta. Si spogliò con metodo, mettendo via ordinatamente i vestiti. Rimase in reggiseno e perizoma. Si sdraiò sulla salvietta che avevo messo sul copriletto. Uscii dalla tenda e l'accarezzai con passione, ricoprendo di baci ogni centimetro della sua pelle. Sentivo il suo respiro aumentare il ritmo. Io ero ancora completamente vestito. Le sfilai il perizoma e trovai il suo sesso pieno di umori. Era molto eccitata. La leccai con avidità, con trasporto. La mia lingua guizzava rapida intorno al clitoride e sopra di esso, infilandosi spesso nella vagina, colma di quel nettare che ha un sapore unico al mondo. Ebbe subito un orgasmo. Continuai, rallentando il ritmo e la predisposi a godere ancora. Stavolta infilai nella vagina il dito indice, curvandolo verso l'alto. Accarezzavo con esso, con un movimento circolare, una zona ruvida, interna, che molti chiamano punto G. Mentre facevo questo, leccavo e succhiavo il clitoride, stringendo con le dita della mia mano un suo capezzolo. Spingeva il bacino in avanti, per ricevere più profondamente il mio dito. L'orgasmo arrivò ancora più forte. Le gambe tremavano convulse, mentre mi stritolavano il viso, serrandosi su di esso. Ad un certo punto, non riuscii più a contare gli orgasmi, ormai così vicini da sembrare uno solo, molto intenso e continuo. In un momento di tregua, la spinsi nella posizione cosiddetta alla pecorina, mi spogliai frettolosamente e la penetrai. Era strettissima, avvolgente, calda. Non riuscii a durare tanto, bagnando del mio piacere un tatuaggio che aveva sul fondo schiena. Cominciai subito a leccarla da questa posizione, facendola ancora una volta godere. Era uno spettacolo! Bagnata in modo incredibile! La mia lingua entrava tutta nella vagina e il sapore di femmina era inebriante. Ho continuato a lungo questa piacevole tortura. Poi, riposandoci un pò, ci gustiamo entrambi una caramella. Purtroppo la caramella era grossa e non sembrava finire e la voglia di leccare ancora quel meraviglioso fiore di carne, colmo di nettare mi aveva ancora catturato. Non resisto e inizio a leccargliela, con la caramella ancora in bocca. Ad un certo punto, la caramella comincia a fare la spola tra la mia bocca e la sua vagina, regalando sensazioni inaspettate. Il piacere ormai fa da padrone. Il tempo è passato. Non posso stare oltre. Sono passate ampiamente due ore. Tristemente, devo concedarmi. La bacio dappertutto e le dico che è stata davvero favolosa. Lei si scusa di non saper fare complimenti, ma aggiunge che ciò che ho visto e sentito è per me il miglior complimento. Sorrido e la bacio ancora. Poi si riveste, io mi metto dietro la tenda. Apre la porta ed esce. Alla prossima volta, se vorrà...