Un giorno intero

27.09.2012 09:50

"L'esagerazione di uno è la normalità di un altro" Fiscanto.-
Dodici ore di sesso. Senza pause, senza neanche sedersi per mangiare. Sembra un'assurdità, invece è pura realtà.
"Finalmente sei sola! Domattina, prima delle nove, sarò da te." Così dissi, quando mi comunicò che i figli sarebbero andati in campeggio per una settimana. Alle otto e trenta ero già da lei. Una rapida colazione, energetica, con marmellata e burro e di corsa in camera da letto. Ci spogliammo freneticamente, entrambi smaniosi di sentire il contatto delle nostre pelli.
Mi sedetti sul bordo del letto, aiutandola a togliersi ciò che restava, poi, rimanendo lei in piedi, davanti a me, cominciai ad accarezzarla, con un tocco leggerissimo, quasi un soffio di vento. Le mie mani volavano sul suo corpo, senza tralasciare un millimetro della sua pelle, che s'increspava, percorsa da brividi. Dopo quasi un'ora di meticolose e studiate carezze, fatte in parte mentre era in piedi, davanti a me, e in parte da sdraiata, la mia mano giunse tra le sue cosce, forzando con un paio di dita le grandi labbra del suo sesso, scoprendo una quantità incredibile di umori. Una donna può dire mille volte a parole di volere un uomo,  ma il suo sesso, fradicio d'umori, vale mille parole. Facendo scivolare le dita, intinte nei suoi stessi umori, sulla clitoride, con un movimento circolare, sempre più rapido, la masturbai fino a portarla all'orgasmo. Poi continuai ad accarezzarla e a baciarla dappertutto, ignorando le sue suppliche di penetrarla. La penetrazione, sicuramente piacevole, era ancora ben lontana. Penetrare una donna è un gesto istintivo, animalesco, ma io ho fatto del sesso un'arte, non posso ridurlo a pochi baci, qualche carezza e un rapporto sessuale penetrativo! Con me la donna va in un'altra dimensione: nella dimensione del Piacere puro. Arrivai alla fine con il viso tra le sue cosce. Le allargai il più possibile, ammirando la sua vulva, gonfia e dischiusa al Piacere, come la corolla di un fiore al caldo sole d'estate. Respirai a pieni polmoni il suo odore di femmina eccitata e allargando le labbra del suo tumido sesso, mi tuffai a leccarglielo con avidità. La mia lingua guizzava rapida sulla clitoride, mentre ogni tanto, con le labbra a ventosa, la succhiavo. Poi scorreva sulle piccole labbra, che ogni tanto catturavo nella mia bocca, e si tuffava nella vagina, stracolma d'umori vischiosi. Le gambe tremavano, il suo bacino s'impennò, mentre l'orgasmo le faceva rivoltare gli occhi all'indietro. Finalmente arrivò il momento di penetrarla. Divaricandole le gambe e poggiando le sue caviglie sulle mie braccia, la penetrai subito profondamente, massaggiandole il collo dell'utero con la punta del mio membro. Raggiungendo una certa padronanza nel movimento, strinsi con un braccio entrambe le caviglie, per far sì che aumentasse l'aderenza del suo canale vaginale al mio membro. Lei sentiva la mia asta scorrere dentro di lei, in tutta la sua lunghezza e in più sentiva la punta frugarla nei posti più intimi. Contemporaneamente muovevo il bacino, come una donna che esegue la danza del ventre. Tutti questi accorgimenti, frutto della mia lunga esperienza, non tardarono a dare i propri risultati. Dopo innumerevoli gemiti, sempre più ravvicinati, cacciò un urlo quasi bestiale e venne. Il suo piacere fu travolgente. Venni anch'io, dentro di lei, con un ultimo vigoroso affondo.
Poi ci sdraiammo fianco a fianco e ci accarezzammo vicendevolmente. Ad un certo punto, allungò la mano verso il comodino e prese un barattolo di crema alla nocciola. Infilò due dita dentro e trasse un'abbondante dose di cioccolata. La spalmò con cura sulla punta del mio membro, ancora semieretto. Con naturalezza, fece sparire tutto nella sua bocca. Aveva il mio stesso talento! Bravissima con la lingua e con la bocca! In poco tempo il mio membro ritrovò la piena erezione. Sono poche le donne capaci di far godere un uomo con la bocca soltanto, senza aiutarsi con le mani. Lei ci riuscì perfettamente. Godetti nella sua bocca. Lei succhiò ancora più forte, serrando le labbra per non perdere ciò che per lei era nettare. Ingoiò tutto, naturalmente. Se una donna non va fino in fondo in queste cose, vuol dire che non vive pienamente il suo essere femmina. Non ci sono altre motivazioni. Il gusto del seme maschile l'aveva eccitata a livello animalesco. Non smise di succhiare, anzi aumentò sempre più sia la frequenza che la profondità degli affondi. Il suo impegno fu premiato. Venni ancora una volta nella sua bocca, più copiosamente di prima. Continuò fino a quando, stremato, persi completamente l'erezione. Mi aveva fatto impazzire! Ma poi fu il mio turno. Mi infilai tra le sue cosce e gliela leccai in modo sublime, facendola contorcere dal piacere. Poi ci sdraiammo ancora, l'uno vicino all'altra. Io stavo dietro di lei. Il contatto con il suo corpo mi aveva provocato una nuova erezione. Come per gioco, cercavo di stuzzicarle l'ano con la punta del membro. Quando vidi che lei apriva le natiche con le mani per facilitarmi la cosa, presi un gel apposito che mi ero portato dietro e spalmai abbondantemente il suo ano e la punta del mio membro. Lentamente la penetrai, muovendomi con estrema lentezza, nei primi momenti, poi sempre più velocemente. Godemmo insieme anche in questo modo.
Poi lei mangiò uno dei bignè del vassoio che era sul comodino e me ne offrì uno, dicendo di spremerne la crema sul suo sesso e leccarla, fino a ripulirlo. Lo feci solo perchè a lei eccitava la cosa. Io odio qualcunque cosa possa coprire il sapore degli umori femminili. Secondo me, il sapore al naturale del sesso eccitato di una donna è semplicemente divino. Perciò quando lecco una donna lo faccio sempre al naturale, senza metterci su nulla, nè crema, nè cioccolata. Ma lei volle così e la feci godere in questo modo. Si contorse come una serpe catturata da un falco, preda di un orgasmo intensissimo e prolungato.
Ripetemmo più volte gli stessi numeri e ne inventammo degli altri. Alla fine l'orologio segnava di nuovo le nove. Però stavolta erano le nove di sera! Dodici ore ininterrotte di sesso! Chi l'avrebbe mai creduto! Non era importante questo. Noi lo sapevamo che era vero. Stanchi e distrutti ci baciammo, mentre un brivido di desiderio scorreva lungo la schiena.
"Hai voglia?" dissi. "Se vuoi, lo rifacciamo." Lei sorrise. La baciai ancora, stringendola a me.