Un'amica

26.08.2012 11:45

 

Ogni volta che capitavo dalle sue parti, non mancavo mai di farle visita. Il rituale era sempre lo stesso: un caffè bevuto insieme e via a letto. Adorava la mia lingua! Diceva che aveva del magico. Riuscivo a farla venire più volte, in effetti. Cosa che, mi diceva, nessun uomo, prima di me, era riuscito a fare. Un giorno passai da lei senza preavviso. Non avevo avuto il tempo di avvisarla. Bevemmo come al solito il caffè, ma quando cominciai ad abbracciarla dicendole di andare in camera da letto, mi disse: "Ho il marchese. Sono al secondo giorno. Ed ho un flusso abbondante. Oggi ti farò godere solo con la mia bocca." Finsi di accettare. Andammo in camera da letto. Lei mi disse di spogliarmi. Mi spogliai. Ma mentre lei si preparava a darmi piacere oralmente, la spingi con dolce fermezza sul letto. Presi una salvietta di spugna dal bagno, la misi sotto le sue natiche e rapidamente le sfilai le mutandine. Insieme alle mutandine venne via anche l'assorbente, intriso di sangue mestruale. In un atimo fui tra le sue cosce. Cominciai a leccargliela con avidità. Sentire il suo sapore mi eccitava tantissimo. Era qualcosa di selvatico, di bestiale, d'istintivo che mi faceva impazzire. La mia lingua guizzava dappertutto. Sul clitoride, tra le piccole labbra e anche dentro la vagina, che penetravo profondamente sollevandole le gambe. Lei godeva come mai aveva goduto. Gli orgasmi si succedevano come le perle di una collana: uno dietro l'altro. Ad un certo punto smisi di leccargliela e mi sdraiai supino. La invitai a salire sulla mia bocca, mettendomi il suo sesso, ben aperto, su di essa. Volevo sentire il suo mestruo colare nella mia bocca, mentre con la lingua la penetravo molto profondamente. Venne ancora. Molto intensamente. Indondando la mia bocca d'umori e di mestruo. La sentivo femmina in modo bestiale. Poi la penetrai. La possedetti a lungo, senz'alcuna protezione. Godemmo insieme. Io venni copiosamente dentro di lei. Quando tirai fuori il membro lo vidi completamente ricoperto di mestruo; in punta, addirittura, gocciolava! La cosa mi eccitò in modo pazzesco. Mi gettai letteralmente tra le sue cosce e ricominciai a leccargliela. Stavolta era ancora più piena di mestruo, visto che l'andirivieni del membro ne aveva portato fuori una grande quantità. Bevvi tutto, fino all'ultima goccia, mentre il suo bacino sussultava, preda dell'ennesimo orgasmo. Avevo il viso completamente ricoperto di mestruo. Lei mi guardò e disse, sorridendo, che voleva lavarmi. Mi portò in bagno e mi disse di stendermi sul pavimento. Poi si portò con il suo sesso all'altezza della mia bocca e si lasciò andare in una lunga e calda pipì. La sua calda e profumata urina gorgogliava nella mia bocca, ruscellando sul mio viso. In effetti mi lavò ogni traccia di sangue dal viso. Ma questo suo gesto mi eccitò ancora di più e volli ancora leccargliela. Bevvi ogni goccia d'urina rimasta e mi rituffai nella sua vagina. Mi ricoprii ancora del rosso succo del suo essere femmina. Ricominciando tutto daccapo! Continuai fino a quando ebbi solo un filo di fiato. Ero stanco, ma molto felice!